Ammazzate Pernigotti!: Fascismo, Resistenza e dopoguerra tra Genova e il Monferrato
«Ammazzate Pernigotti!» è l’ordine che i comandi della Divisione partigiana “Mingo” impartirono alle proprie unità durante l’ultimo inverno di guerra e che fu eseguito da tre individui mascherati il 9 maggio 1945 nel centro di Ovada. Carlo Pernigotti era un industriale tessile con trascorsi da squadrista e da podestà di un piccolo paese dell’entroterra ligure. Dopo l’8 settembre non aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana arrivando anche a fornire denaro e materiali alla Resistenza, circostanza che non bastò a evitargli un destino fatale.
La ricostruzione degli avvenimenti che hanno preceduto e seguito la sua morte non è una biografia in senso stretto, quanto piuttosto l’appiglio per raccontare quasi un secolo di storia italiana colta dall’angolo visuale di una cittadina di provincia e seguendo il filo rosso di una vicenda individuale che per come si è dipanata consente di rappresentare momenti e atmosfere di tempi ormai lontani, ma tutt’altro che archiviati. Un racconto tra Genova e il basso Piemonte che parte dagli anni del massimo fulgore dell’industria genovese durante la Grande Guerra e ricostruisce l’ascesa imprenditoriale e politica dell’uomo, pressoché parallela a quella del fascismo. Un percorso che attraversa la stagione dei mille scioperi durante il “biennio rosso” 1919/21 vissuto dal giovane Pernigotti quale membro della confindustria nazionale dei cotonieri fino alla scelta di aderire al fascismo salendo rapidamente i gradini della gerarchia: squadrista, segretario del fascio di Campo Ligure, ras della valle Stura, segretario amministrativo del fascio di Genova e podestà di Masone. Una carriera politica bruscamente interrotta negli anni Trenta a causa delle faide che si consumavano sotto la superficie apparentemente monolitica imposta dal regime, fino al tragico epilogo con una nuova guerra presto persa, l’occupazione tedesca, la Resistenza fino alla strage della Benedicta e infine la Liberazione, le rappresaglie, la guerra fredda, i processi a fascisti e partigiani. Incrociando strada facendo episodi e figure come gli industriali Attilio Bagnara e suo cognato Riccardo Gualino, Arturo Bocchini il fondatore dell’OVRA, Sigfried Engel il capo delle SS di Genova, il cosiddetto “tesoro della San Marco”, la rivolta partigiana di Santa Libera, Walter Audisio il Comandante Valerio e altro ancora. Fino a una conclusione tutt’altro che (o forse fin troppo) prevedibile giunta addirittura nel 1975.


