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Ritornare a Macchiavelli

Nel 1513, cinquecento anni fa, a partire dal mese di agosto fino a dicembre (ma alcuni critici pensano che la composizione dell’opera sia durata anche per alcune settimane di gennaio del 1514), Niccolò Machiavelli ha scritto il suo trattato più trasgressivo sotto il profilo etico, e, proprio per questo più noto (De Principatibus, che va sotto il nome de Il Principe). Senza voler ridimensionare la fama grandissima di questa celebre opera, indipendentemente dall’occasione del cinquecentenario (peraltro piuttosto sotto tono, ed è questo un problema che deve essere posto in relazione alla profonda miseria dell’ideologia italiana, figlia dell’eterno dopoguerra), è all’opera completa di questo autore, un vero e proprio classico della letteratura e della riflessione politica italiana, alla quale ci si può ancora rivolgere per intendere il presente che ci affligge e che, tuttavia, ci riserva anche delle possibilità positive in sede di teoria, così come per quanto riguarda quell’orientamento politico vero e proprio, che se esiste, va sempre ben oltre l’orizzonte litigioso delle fazioni di stampo parlamentare ed extraparlamentare. Dalla fine della II guerra mondiale, a causa della rilevante disfatta che l’Italia ha subito in tale conflitto, sembra che nonostante rari sussulti di buona volontà da parte di taluni, le lacerazioni della guerra e del dopoguerra non si siano mai veramente sanate. Per quanto molta acqua sia passata sotto i ponti (in 68 lunghi anni), la dannata fragilità di questo paese, bello e sciagurato, insiste oltre il dovuto in una maniera assolutamente irragionevole, anche se la crisi economica in atto rende,purtroppo, comprensibili molti tratti che agitano la vita politica che non riesce più a pensare in grande, nemmeno sui mutamenti costituzionali che si rendono da parecchio tempo necessari.
Tuttavia la salvezza di una nazione e di una patria non può fondarsi da parte dei cittadini solo sulla generosità e sulla comprensione nei confronti dei reiterati scontri fra gli scalpitanti inquilini del Parlamento, la cui cosiddetta centralità costituzionale, appare sempre più di nocumento al paese tutto. Leggiamo Machiavelli, che ebbe a vivere in tempi difficilissimi, per ritrovare quel senso classico della politica che ci è sfuggito e che rischia, con la sua mancanza, di privarci di un possibile, migliore avvenire.

2013, pp.140

13,30

COD: ISBN: 978-88-6405-494-0 Categorie: , Tag: , ,

Dettagli del libro

Dimensioni 17 × 24 cm

Autore

Papini Claudio

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